INTERVISTA a il buon vecchio libro
Buongiorno Book Lovers, oggi come ospite nel mio blog nella sezione “In cerca di…Autori emergenti…” Raimondo Preti autore del libro “Il Giudizio Universale”.

A: Ciao Raimondo grazie per aver accettato di rispondere a questa breve intervista. Il tuo libro “Il Giudizio Universale” mi ha fatto riflettere però con ironia. Ma prima di parlare del tuo libro parliamo un po’ di te, in poche parole chi è Raimondo Preti e qual è il ruolo della scrittura nella tua vita.

R: Scrivo dalla seconda media. Ricordo ancora l’espressione sbigottita della prof di italiano. Mi guardò con certi occhi, ma certi occhi… che ancora oggi mi chiedo se volesse baciarmi o uccidermi!
A: Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire il tuo romanzo, “Il Giudizio Universale”, quali sarebbero?
R: Surreale, divertente, sperimentale
A: Come è nata l’idea di scrivere un romanzo ironico sul Giudizio Universale?
R: Avevo appena finito la promozione di “Tutti giù per terra”, il mio libro precedente, un pamplet. Pioveva da giorni. Il fiume del paesello vicino a dove abito si era ingrossato. “Vuoi vedere che esonda e ci spazza via tutti?” Mi sono detto. Questo mi ha dato lo spunto per la nuova storia. Ah, poi il fiume non è esondato!
A: Cosa desideri che rimanga del tuo libro nei tuoi lettori?
R: A parte qualche sorriso, direi lo stile. Nei miei precedenti libri ho sempre sperimentato strutture narrative diverse fra loro. Così anche questa volta. Ho bisogno di cambiare per avere nuovi stimoli artistici. Ne “Il Giudizio Universale”, ho smembrato la storia in tanti flash e li ho “schizzati” come gocce sulla tela di un pittore astrattista.

A: Stai lavorando ad un nuovo progetto letterario?
R: Sì ed è già terminato. Il protagonista sarà di nuovo un ragazzo. Amo descrivere il mondo con gli occhi di un giovane, perché ancora esso gli appare come una cosa meravigliosa.
A: Qual è il libro che più ti è piaciuto, ti ha emozionato e vorresti consigliare? E quale invece non consiglieresti?
R: Amo e ho riletto più volte “Il deserto dei Tartari” di Buzzati. Pur non essendo un libro divertente, l’autore dimostra di aver capito cos’è la vita. E quando un’artista scopre l’essenza, ecco, lì mi emoziono.
A: Qual è l’iter che hai dovuto seguire per vedere finalmente pubblicato il tuo romanzo?
R: Fino al mio terzo libro inviavo il testo alle case editrici, prima quelle importanti poi quelle medie, e aspettavo. Un giorno mi chiama una grossa casa editrice. Mi dice che il libro è piaciuto, vorrebbe pubblicarlo, e qui e là, per finire che devo contribuire al marketing. Da allora mi accontento di pubblicare con CE medio piccole. Se devo pubblicizzare da solo la mia opera, almeno lo faccio a modo mio!
A: A chi hai fatto leggere il libro prima di farlo pubblicare?

R: Ai beta readers. Di solito sono dieci, scelti anche fra chi non ama leggere. Esigo da loro una valutazione irreprensibile. E credimi, si divertono molto a essere cattivi!
A: Dove i lettori possono acquistare il tuo libro?
R: Lo possono ordinare in tutte le librerie, in qualunque circuito on line (Ibs, Amazon, altro) e scontato sul mio sito www.raimondopreti.it
A: Perché un lettore deve scegliere il tuo libro? In poche righe il senso di “Il Giudizio Universale”.
R: Wow! A dire la verità, non mi sono mai chiesto se il libro avesse un senso. Ora che mi ci fa pensare però… no, “Il Giudizio universale” è un libro senza senso. Un nonsense bello e buono. Penso, infatti, che lo scrittore debba scrivere senza un obbiettivo, soprattutto, senza morale. Credo anzi che, in un mondo in cui si inventano certezze per difendersi dalla fragilità, dove domina il pensiero unico, dove il diverso è emarginato, l’arte debba destabilizzare, creare incertezza, caos. Per cui, al massimo, se proprio devo dare un senso al libro direi che è esso è individuabile nel caotico nonsenso che lo pervade dalla prima all’ultima pagina. E in questo, ispirarmi a Polloc è stato molto utile.

Grazie Raimondo della tua disponibilità per questa intervista, è stata molto ironica, come il tuo libro, ma ricca di spunti di riflessione. Ti rinnovo i miei complimenti per il tuo libro “Il Giudizio Universale”. Per i miei Book Lovers presto la recensione del romanzo di Raimondo Preti.

ESTRATTO INTERVISTA WRITEROFFICINA

Qual è stato il momento in cui ti sei accorto di aver sviluppato la passione per la letteratura?

In seconda media. Quando la prof ci chiese di creare una storia, e io scrissi un racconto su Paperone che moriva affogato in una vasca piena di soldi. Fu allora che mi resi conto che non avrei mai smesso di fantasticare. La scrittura è solo lo strumento che conosco per dare forma alle immagini.

C’è un libro che, dopo averlo letto, ti ha lasciato addosso la voglia di seguire questa strada?

Direi di no. Un libro che sicuramente mi ha segnato invece, è “Il Giudizio dei Tartari” di Dino Buzzati.

A quale dei tuoi libri sei più affezionato? Puoi raccontarci di cosa tratta?

Sicuramente all’ultimo: “Il Giudizio Universale”. E un libro in cui credo tantissimo. Mi piace la storia, mi piace come l’ho scritta. E’ esattamente come volevo che fosse. mi ha consentito di esprimere ciò che sono attraverso la deformazione della realtà, sviluppando cambi di ritmo, narrazioni a più voci, creando personaggi strampalati e situazioni grottesche e improbabili. Parla dell’Arcangelo Gabriele mandato da Dio sulla terra per salvare i bambini meritevoli prima di un nuovo Giudizio Universale. All’inizio adempie il suo dovere con diligenza, poi però si affeziona a Vanni e alla sua famiglia e, in un turbillon di situazioni assurde, comincerà ad apprezzare l’umanità.

Quale tecnica usi per scrivere? Prepari uno schema iniziale, prendi appunti, oppure scrivi d’istinto?

Per me scrivere è un lavoro lungo e complesso. Parto con un’idea e creo la scaletta. La prima stesura è una bozza. Poi comincia il processo di rielaborazione che porta a modifiche, spesso radicali rispetto al testo iniziale e a quelli intermedi. Seguono stesure su stesure finché non ottengo la forma che voglio. A quel punto lavoro sulle parole e sul suono della lettura.

Dove trai ispirazione per i tuoi libri?

Dalla realtà, come credo un po’ tutti gli scrittori. Non racconto però fatti, mi sembrerebbe di fare cronaca. Anche la struttura narrativa non è lineare. Quando ho in mente una scena, devo scomporla e alterarla per trovarne il lato surreale e divertente. E’ stato così sin dal mio primo romanzo. La sola differenza rispetto agli inizi è data dall’aver abbandonato il patos giovanile in funzione di un più salutare stile scanzonato.

Nei tuoi libri sono sempre presenti i bambini e parli frequentemente di Dio. Perché?

Sì, è vero. I bambini, come peraltro i personaggi bizzarri che li circondano, consentono di vedere il mondo con occhi diversi, quindi dare forma a quelle immagini surreali e tragicomiche che caratterizzano il mio stile narrativo. I riferimenti a Dio invece, sono un’allegoria della continua e infruttuosa ricerca umana di essere diversi da ciò che si è, di cui Dio, inteso come entità superiore, cosa in sé, quindi non quello delle religioni, dovrebbe essere il punto di arrivo.

Come mai scrivi umoristico?

Scrivo umoristico perché trovare il lato dissacrante delle cose è l’unico modo che mi consente di accettarle.

Il giudizio Universale è molto dialogato, a tratti sembra quasi un testo teatrale. Perché?

Perché voglio che siano i personaggi a far emergere se stessi e la storia attraverso il dialogo. Mi sembra una scelta di genuinità, dove l’improvvisazione prevale sul costruito. Peraltro come scrittore e lettore ho sempre trovato noiosi i libri troppo descrittivi.

Cosa ti aspetti da questo libro?

Mi aspetto che chi lo legge si diverta. Vorrei però non lo considerasse solo un libro leggero perché la leggerezza che io provo a trasmettere non è altro che il mezzo attraverso cui non sprofondare negli abissi, dove la pesantezza della realtà inevitabilmente conduce.

INTERVISTA RECENSIONELIBRO.IT

Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “Il Giudizio Universale”, cosa diresti?

Direi che è un libro anarchico perché narra la realtà da un punto di vista “altro”, la deforma, la esagera, la rende quasi piacevole. Anche la tecnica narrativa del “racconto a immagini” e della “scomposizione degli episodi” accentua la visione surreale e tragicomica degli eventi. Insomma, se non è quest’anno è l’anno prossimo, ma il Nobel per la letteratura sarà mio!

Da dove nasce l’idea che ti ha spinto a raccontare questa storia bizzarra ma piena di significato?

Lo spunto mi è venuto nell’autunno di circa tre anni fa, quando vidi l’Arno, il fiume che passa vicino al posto in cui abito, che stava per esondare. “Che faccio, mi butto o scrivo l’ennesimo libro?” Mi sono chiesto. Conoscete la risposta.

Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?

Scrivo per raccontare, non per insegnare. Ho sempre odiato i maestri e soprattutto loro hanno sempre odiato me. Posso dire però che amo scrivere storie umoristiche, surreali e bizzarre perché ridere è l’unico modo che conosco per amare la vita. Vedi le riflessioni fatte guardando il fiume di cui alla domanda precedente.

C’è qualcosa che lo scrittore Raimondo Preti avrebbe voluto aggiungere al libro, quando lo ha letto dopo la pubblicazione?

No. Il libro è esattamente quello che volevo scrivere. Nel contenuto e nella forma. Ne sono così profondamente innamorato che baciarlo è la prima cosa che faccio quando mi sveglio.

Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire “Il Giudizio Universale”, quali useresti?

Grottesco, simbolico, divertente.

Cosa hai pensato quando hai messo il punto a questa storia?

Che avevo scritto il mio capolavoro. Lo dico sorridendo e con un po’ d’imbarazzo, ma è quello che ho pensato davvero.

Esiste un reale confine tra bene e male, perché leggendo il tuo libro sembra che non ci sia una linea così visibile?

Non credo né al bene, né al male. Sono una persona profondamente immorale. Cosa dovremmo fare noi umani imperfetti per migliorare il mondo in cui viviamo? Niente. L’imperfezione è una dote. E’ quando cerchiamo di essere perfetti e compiuti che diventiamo entità scimmiottanti. Inutili, pur tuttavia assai spassose.

Perché credi si debba leggere il tuo romanzo?

Perché è divertente. Perché è originale. Perché ne ho bisogno. La rata del mutuo è molto alta.

Raimondo Preti ha nuovi progetti? Stai scrivendo un nuovo libro? Puoi anticiparci qualcosa?

Certamente. Ho quasi finito il nuovo libro. Il protagonista è sempre un ragazzo. I giovani sono gli unici ancora capaci di vedere il mondo con occhi diversi. E io, ahimè!, non lo sono più.

Qual è il romanzo che hai letto e ti ha più colpito emotivamente in quest’ultimo anno?

“In mezzo al mare” di Mattia Torre. Autore di una sensibilità straordinaria

Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?

I Testi Sacri. Che io so quasi a memoria. Finireste per diventare come me.

Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…

Perché invece di scrivere nel tempo libero non ti dai alla raccolta di olive?
Risposta: perché è faticoso!